Una stretta via forse larga 2 metri, non lunga più di 150 in un tratto e 200 nell’altro. Senza attrattive particolari, né storia patria.
Questo è il Vicolo delle Ville di cui, non so per quale motivo, qui faccio cenno.
Si trova sul colle di San Vito ed è la breve prosecuzione di via Tigor e sbuca sulla trafficata via Combi in prossimità del largo Promontorio, ma un altro ramo parte proprio dalla fine della Tigor e con una curva strettissima a gomito va giù sul viale Terza Armata. Questo secondo tratto per la strettezza è interdetto al passaggio di macchine.
Ma il nome stesso di “vicolo delle Ville” invita bene ad una occhiata.
Nella prima stesura di questo articolo avevo scritto “Ma di ville né antiche né moderne v’è traccia. Case di 2 o 3 piani fine ‘800 contornate da alti alberi .. ”
Ci sono tornato più volte incredulo che lì di ville non ce ne fossero perché, salvo un terreno sul quale è stato costruito un campo di volley, tutto è del tempo che fu.
Molti sorrideranno della mia ingenuità, ma il concetto di villa è ben mutato in questi ultimi 100/150 anni. Illo tempore per villa si intendeva una costruzione bella, ma non necessariamente raffinata, grande anche 50 e più metri di larghezza, con 2 o 3 piani, anche senza balconi e preziosità architettoniche.
Ovviamente c’erano anche quelle architettonicamente più curate (per restare a quelle di cui foto su questo sito la villa Bottacin, la villa Franellich, la villa Sara Davis) oppure molto meno raffinate come – per restare in zona – la villa Gentilomo che ha un lato sul viale Terza Armata e l’altro sul vicolo delle Ville. E lì attorno tante dimore di questa tipologia.
Il tratto comune a tutte è il parco che le circonda e sicuramente costruite per una sola famiglia, mentre ora sono dei piccoli condomini.
Dunque vicolo delle Ville come nome pertinente.
La via originariamente era vicolo Santa Lucia, ma poi gli abitanti del posto chiesero fosse mutato il nome. Sembra però volessero solo togliere “vicolo” e mutarlo in “salita” oppure semplicemente “via” ritenendo “vicolo” nome poco confacente alla nobiltà del posto. Ma qualche distratto funzionario della pur ordinata Austria (siamo qualche anno prima del 1910) mutò molto zelantemente il nome da “Santa Lucia” a “delle Ville” lasciando però il non desiderato appellativo di “vicolo”.
Arrivando dalla via Tigor si nota, come prima casa sulla sinistra del … vicolo, il muro posteriore di una vecchia villa il cui portoncino porta il n. 16. Lì per molto tempo ci fu la sede del Consolato Inglese (1) e se avete la fortuna di trovare il portoncino aperto e senza la presenza di una coppia di anziani ( molto scorbutici, provenienza Paesi dell’Est) potrete ammirare sul muro della scala che porta al giardino, lo stemma del consolato inglese. Un oggetto prezioso che forse non starebbe male da qualche altra parte (per es. al Consolato Inglese ora in via Roma 15) prima che il tempo lo deteriori del tutto.
La vetustà e le condizioni della villa sono evidenti e ben si vedono nelle foto assieme allo stemma.
Nota 1
Dal sito del Consolato Inglese traggo alcune notizie cui aggiungo ciò che so sul console Richard Burton morto nel 1890.
Il Consolato fu aperto nel 1774, a seguito del crescente afflusso di navi mercantili britanniche verso la città. Ne viene designato titolare Nathanael Green .
Nel 1867 la conduzione del Consolato è affidata allo scrittore irlandese, Charles Lever e dopo di lui arriva Sir Richard Burton che assume la carica a 50 anni. Personaggio molto interessante eclettico, controcorrente. Scrittore, ricercatore ( entrò alla Mecca, studiò i mormoni), esploratore (cercò le sorgenti del Nilo) e traduttore (sua la prima traduzione in italiano del Kamasutra) .
Trieste lo ricorda con una via vicino alla via Marchesetti.
Durante i due conflitti mondiali per alcuni periodi il Consolato rimane chiuso e così per breve periodo intorno al 1980.
Dopo il triestino Alberto Casali e poi John Lister, la carica è ricoperta dal 1999 da John Martin Dodds, docente presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori e Segretario del Corpo Consolare.